Registrare le conversazioni altrui in casa propria è un rischio: la decisione della Cassazione non lascia dubbi.
Si dice che tra moglie e marito è meglio non mettere il dito, ma cosa accade se uno dei due coniugi decidesse per esempio di registrare la conversazione della compagna tra le mura domestiche?
La questione è decisamente controversa, poiché da una parte troviamo il diritto di agire in casa propria e, dall’altra, il rispetto della privacy altrui. Nonostante sia una questione delicata, la Corte di Cassazione ha dato la sua sentenza, prendendo diversi casi oltretutto più comuni di quanto si possa pensare.
Si spazia dalla moglie che potrebbe mettere un registrazione in sala, così da sentire le chiamate del marito per scovare un tradimento, alla conversazione di due figli che tentano di raggirare in qualche modo i genitori. I casi sono tanti, ma quando si registra una conversazione di nascosto l’obiettivo è sempre uno: dimostrare al giudice la colpa dell’altro in aula. In questo contesto, è bene porre attenzione a questo sistema, poiché se svolto in maniera scorretta, può sfociare subito in reato.
La privacy è un diritto che non andrebbe mai violato, nemmeno tra le mura di casa. Questo è quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, secondo il quale si tratterebbe di ‘interferenze illecite nella vita privata’. Nonostante ciò, vi sono dei casi in cui la registrazione diventa lecita.
Se il soggetto che registra è presente nella stanza con l’interlocutore, la registrazione può considerarsi valida e non comprende reato. Diverso il caso in cui il diretto interessato, anche se proprietario dell’abitazione, non si trova fisicamente lì in quel momento.
La legge ha infatti come obiettivo principale quello di tutelare la privacy di tutti gli individui, ma se la persona che intende registrare è presente, questo diritto viene in un certo senso annullato.
Per assurdo, anche le registrazioni video, comprese quelle intime, fungono con lo stesso principio. Nel caso in cui il partner registra rapporti sessuali anche senza il consenso dell’altro, la registrazione può considerarsi lecita. D’altro canto, se è presente una telecamera in camera e viene registrato il coniuge durante l’atto del tradimento, questo sfocia immediatamente in reato e violazione della privacy.
Una sentenza svolta quest’anno, vede un uomo che ha registrato di nascosto un dialogo tra sua moglie e il suocero che avveniva in casa sua. In questa circostanza, la Cassazione ha stabilito che questo comportamento costituisce reato, perché l’uomo ha violato la privacy dei due interlocutori.
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