Truffa del Pos, rubano soldi dal tuo conto corrente quando paghi: come evitarla

Occhio alla truffa del Pos, nemmeno quando si paga si sta tranquilli adesso: ecco come ti rubano soldi dal conto e soprattutto come progettarsi nel caso

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Truffa del POS, come svuotano il tuo conto corrente dopo un pagamento – Istruzionesicilia.it

Ormai aprire il portafoglio per controllare se si hanno abbastanza contanti prima di effettuare un acquisto sta rapidamente diventando un ricordo del passato, anzi forse già lo è anche. Oggi infatti, grazie ai pagamenti digitali, le transazioni avvengono in maniera semplice e veloce tramite carte di credito o cellulari, senza più il bisogno di portare con sé contanti. E di conseguenza non c’è più il problema del limite fisico che si ha con sé in quel preciso momento, se si dispone della somma necessaria sul proprio conto corrente e quindi via carta o smartphone stesso. Il futuro è adesso e anche su tale fronte tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui gestiamo i nostri acquisti quotidiani, offrendo un’alternativa comoda e sicura rispetto alle esigenze del passato.

Pagamenti con carta, la comodità della nuova era

Appurato di avere la somma necessaria a prescindere, basta avvicinare la carta contactless o il cellulare al terminale di pagamento e in pochi istanti la transazione è completata. Non c’è più la necessità di cercare monete o preoccuparsi del resto: è tutto automatizzato e immediato. Un vantaggio non solo pratico ma anche puramente organizzativo, poiché col dispositivo è poi possibile controllare le tue finanze in tempo reale senza doversi appuntare tutto ma anzi trovando anche un comodissimo e chiarissimo quadro nell’app della banca relativa a ogni singola operazione effettuata.

Oltre a tale praticità, inoltre, i pagamenti digitali hanno portato anche una maggiore sicurezza personale. Girare con grandi quantità di denaro nel portafoglio non è più necessario, riducendo notevolmente il rischio di furti o smarrimenti. Se perdi la carta o il telefono, del resto, puoi bloccarli immediatamente tramite l’app o contattando la tua banca, il che rende molto più facile proteggere i tuoi soldi rispetto al denaro contante.

Ma occhio alla truffa del Pos: come evitarla

Tuttavia le innovazioni giungono non solo per gli onesti cittadini ma anche per i truffatori e in tal senso si registra una spiacevole novità da cui stare in guardia. I malviventi, infatti, possono hackerare il POS di un esercizio dove si andrebbe a fare il pagamento mettendo a forte rischio il proprio conto corrente. Ecco perché gli esperti, nel dubbio, consigliano di pagare col cellulare piuttosto che con la stessa carta.

Pagare con il cellulare è ancora più sicuro de bancomat stesso, perché i dati trasmessi non sono mai quelli reali della carta fisica e inoltre sono inferiori. Anche in caso di hackeraggio del POS, i dati sottratti sarebbero inutilizzabili. Si parte dal banale ma fondamentale presupposto che quando si utilizzi lo smartphone per pagare, il PIN della carta non viene mai richiesto e quindi non c’è la possibilità che qualcuno possa intercettarlo. Inoltre, grazie all’uso del riconoscimento facciale o dell’impronta digitale, solo tu puoi autorizzare la transazione, garantendo un ulteriore livello di protezione. Ecco perché, a parità di condizioni, è sempre meglio andare per via digitale. Con la carta, invece, se il dispositivo è manomesso, si è a forte rischio di intercettazione dati con cui potrebbero entrare nel conto corrente e svuotarlo.

Come capire se un Pos è stato hackerata? I segnali d’allarme

Capire se un POS (Point of Sale) è stato hackerato può essere complesso, ma ci sono alcuni segnali e precauzioni che possono aiutare a identificarlo o, almeno, a ridurre i rischi di frode. Ecco alcuni indicatori che potrebbero suggerire un potenziale compromesso del sistema:

1. Transazioni non riconosciute: se il negoziante o il cliente nota movimenti strani o transazioni non riconosciute nel conto bancario o nella cronologia del POS, potrebbe essere un segnale che il terminale è stato hackerato. Le frodi possono spesso manifestarsi con piccoli importi per evitare di destare sospetti.

2. Modifiche inspiegabili nel software o hardware del POS: uno strumento compromesso potrebbe mostrare comportamenti anomali, come:

  • Errori o crash frequenti del terminale.
  • Rallentamenti nelle transazioni, come un tempo di elaborazione eccessivo.
  • Modifiche sospette nelle impostazioni del terminale, ad esempio, nuovi campi di input o modifiche al modo in cui vengono richieste le informazioni di pagamento.
  • Aggiornamenti software non autorizzati o che non corrispondono a quelli ufficiali del fornitore del POS.

4. Modifiche non autorizzate nella rete

Un altro segnale di compromesso è la presenza di attività insolite nella rete del negozio:

  • Traffico di rete insolito o non autorizzato, che può indicare che i dati delle carte vengono trasmessi a un server esterno.
  • Accessi non autorizzati alla rete a cui è collegato il POS.

5. Richiesta di informazioni insolite: se il terminale POS inizia a chiedere informazioni non necessarie per la transazione, come il PIN per importi molto bassi o dati personali aggiuntivi, potrebbe essere stato modificato per raccogliere dati sensibili.

6. Dispositivi e tecnici sospetti: se un tecnico arriva per effettuare una manutenzione sul POS senza che sia stata richiesta dal negoziante, potrebbe essere un tentativo di manomissione. È importante verificare l’identità e le credenziali di chiunque intervenga sul terminale.

 

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